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Vini locali

SOLOPACA

Denominazione di origine controllata - Data: 12 ottobre 1992

Vino prodotto nella zona più intensivamente vitata della Campania, che comprende dodici comuni, tutti nel Sannio, che hanno stabilito con la vite un rapporto antico. Qui le tecniche di coltivazione e di vinificazione hanno raggiunto livelli di eccellenza. La vita delle popolazioni locali è come scandita dalle diversa fasi di vegetazione del vigneto.
Nell'area operano due importanti Cantine sociali, dotate di modernissimi impianti di vinificazione, a cui circa 2000 esperti viticoltori conferiscono uve, prodotte in terra vocata e sapientemente selezionate. Sempre più numerose sono, poi, le aziende vitivinicole, di piccola e media dimensione, di elevata professionalità, in grado di offrire una vasta gamma di vini di grande pregio e tipicità.
Che si tratti di un vino ricco di storia è anche documentato dalla individuazione e riconoscimento dell'area più antica di coltivazione del Solopaca, la zona "classica", tutta ricadente nell'ambito del comune di Solopaca, per complessivi 600 ettari. Le uve prodotte in tale zona potranno essere utilizzate per la produzione del "Solopaca Classico" nei tipi Bianco e Rosso.

Bianco *
Colore: paglierino più o meno intenso;
Odore: vinoso, gradevole;
Sapore: asciutto, vellutato;
Vitigni: Trebbiano T. (40-60%), Falanghina, Coda di volpe bianca, Malvasia di Candia (localmente denominata uva Cerreto) (max 20 %), altri (max 20%);
Gradazione alcolica min.: 11,00 %
Produzione max: 150 qli/Ha;

Alleanze tra vino e pietanze: antipasti di mare, fritture di pesce, tortino di carciofi, flans di verdure, formaggi freschi, particolarmente indicato con i cicatielli con i broccoli o scarole e fagioli;

Rosso *
Colore: rubino più o meno intenso, attenuato con l'invecchiamento;
Odore: intenso, caratteristico;
Sapore: asciutto, armonico, vellutato;
Vitigni: Sangiovese (50-60%), Aglianico (20-40%), altri (max 30%);
Gradazione alcolica min.: 11,50 %
Produzione max: 130 qli/Ha;

Alleanze tra vino e pietanze: arrosti di carne rosse, involtini al sugo, coniglio alla cacciatora, caciotte locali; tradizionale è l'abbinamento con la minestra maritata; perfetto con i peperoni imbottiti;

Rosato
Colore: rosa più o meno intenso;
Odore: delicato caratteristico;
Sapore: flagrante, asciutto, talvolta vivace;
Vitigni: Sangiovese (50-60%), Aglianico (20-40%), altri (max 30%);
Gradazione alcolica min.: 11,50 %
Produzione max: 130 qli/Ha;

Alleanze tra vino e pietanze: antipasti all'italiana, minestre di verdure; da privilegiare l'abbinamento con mugliatielli (interiora di agnello avvolte in reticella) o fegatini di maiale aromatizzati

 

 

Falanghina
Colore: paglierino scarico;
Odore: vinoso, gradevole, fresco;
Sapore: asciutto, armonico, lievemente acidulo;
Vitigni: Falanghina (min. 85%), altri (max 15 %);
Gradazione alcolica min.: 11,00 %
Produzione max : 150 qli/Ha;

Alleanze tra vino e pietanze: pizza alla marinara, pesce al forno o grigliato, frittura di paranza; si sposa ottimamente con la frittura all'italiana (crocchè, panzarotti con mozzarella, ciurilli in pastetta, frittelle di riso, melanzane e carciofi indorati e fritti) o frittelle di cicinielli, di alghe, di gamberetti;

Aglianico
Colore: rubino più o meno intenso;
Odore: vinoso, gradevole;
Sapore: tipico, asciutto, morbido, vellutato;
Vitigni: Aglianico (min. 85%), altri (max 15 %);
Gradazione alcolica min.: 11,50 %
Produzione max: 130 qli/Ha;
Invecchiamento: un anno;
Alleanze tra vino e pietanze: arrosti a base di piccola cacciagione e selvaggina, grigliati di carni miste, formaggi piccanti stagionati; garantisce alleanza di speciale armonia con fusili al sugo di castrato;

Spumante
Spuma: fine e persistente;
Colore: paglierino chiaro;
Odore: vinoso, caratteristico;
Sapore: tipico, sapido;
Vitigni: Falanghina (min. 60%), altri (max 40%);
Gradazione alcolica min.: 11,50 %
Produzione max: 150 qli/Ha;

Alleanze tra vino e pietanze: ottimo come aperitivo, con frutti di mare; è in eccellente armonia con fragaglia di triglie fritta;

*Il vino Solopaca nei tipi bianco e rosso, se prodotti con uve provenienti da parte dei territori del Comune di Solopaca, con una produzione per ettaro non superiore a 120 qli.per il bianco e 100 qli.per il rosso, con una gradazione alcolica non inferiore a 12% vol. per il bianco e 12,5% per il rosso, possono riportare, sull'etichetta, la dicitura Classico.

Il vino Solopaca nel tipo rosso, se invecchiato in botte per un anno e con gradazione alcolica minima del 12,50 %, può essere denominato superiore

Prodotti Tipici

Caciocavallo Silano DOP

Il caciocavallo Silano DOP è un formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di vacca di diverse razze, tra cui la podolica, una tipica razza autoctona delle aree interne della Campania. La forma, sferica, ovale o troncoconica, varia secondo le diverse aree geografiche di produzione. Il peso è compreso fra 1 e 2.5 kg. La crosta, sottile, liscia, di marcato colore paglierino in superficie, può manifestare la presenza di leggere insenature dovute ai legacci. La pasta si presenta omogenea o con lievissima occhiatura, di colore bianco o giallo paglierino. Il sapore è inizialmente dolce fino a divenire piccante a stagionatura avanzata.

Area di produzione

La produzione di questo formaggio è localizzata nelle aree interne delle regioni Calabria, Basilicata, Campania, Molise e Puglia.
Il Caciocavallo Silano DOP rappresenta una quota di mercato nazionale pari allo 0.4% dei formaggi DOP. La produzione del 2000 è stata di 18000 qli di questi 1380 qli sono stati prodotti in Campania. Il prodotto viene venduto principalmente presso la grande distribuzione organizzata ed i supermercati che cumulativamente assorbono circa l'80%. Il dettaglio tradizionale rappresenta il 17% del totale della domanda mentre il 3% riguarda la vendita diretta presso i caseifici.

 

Registrazione

Il Caciocavallo Silano DOP riconosciuto il 10 maggio 93 formaggio a denominazione d'origine (DO), ha ottenuto il 01.07.96 la registrazione della Denominazione d'Origine Protetta (DOP), (Reg. CE 1236/96.

Monumenti

PALAZZO DUCALE

palazzoducale Costruito dal 1672 al 1682 dal duca Antonio Maria Ceva Grimaldi, allora feudatario del luogo, che vi si stabilì con la famiglia. L'originale facciata a motivi geometrici e floreali ricorda quella della chiesa del S.S.Corpo di Cristo. Al centro di vari eventi storici, tra cui la congiura di macchia del 1701, rappresenta tuttora un vanto del paese di Solopaca. 

 

PALAZZO CUTILLO

cutillo

Il Palazzo Cutillo, edificato nel 1826, ha una doppia entrata a quote sensibilmente differenti: più in basso quella di Corso Cusani, più in alto quella di via Procusi. Di stile neoclassico, fu destinato nel 1900, a luogo di assistenza ed istruzione per i bambini poveri. Divenuto sede di un Ente Morale nel 1918, l'Asilo infantile "Giovanni Cutillo", retto dalle Suore Stimmatine, subì le ingiurie del terremoto del 1980 e quindi fu abbandonato, passando infine nella proprietà del Comune. Ristrutturato dalla Civica Amministrazione è stato quasi interamente dedicato Museo Enogastronomico.

Palazzo Cutillo si sviluppa su una superficie di sedime di 473 metri quadrati e consta di un piano seminterrato (che, da un lato, affaccia sulla suggestiva Villa Comunale e, dall'altro, si colloca al di sotto di piazza San Martino) e da altri tre livelli fuori terra. L'attenzione del visitatore del Palazzo si sofferma dapprima sul contesto urbanistico circostante che, all'interno del Palazzo, in particolare sulle volte e sugli archi del seminterrato, sugli affreschi di una delle Sale del primo piano, sul sottotetto di quasi 300 metri quadrati con copertura in legno su capriate Palladiane ed, infine, sul belvedere che, onorando il proprio nome, consente una spettacolosa vista sulla vallata del Calore e al dominante Taburno.

 


PONTE MARIA CRISTINA

L'antico ponte intitolato a Maria Cristina di Savoia, moglie di Ferdinando II, venne distrutto dai tedeschi e ricostruito in cemento armato tra il 1946-1947. Oggi rimangono i ruderi di uno dei primi esempi in Italia di ponte sospeso in ferro;costruito dall'architettto Luigi Giura, inaugurato il 5 Aprile 1835 da Ferdinando II di Borbone e dalla regina Maria Cristina di Savoia come ricorda la lapide inserita all'interno del pilastro destro posto oggi a ridosso del terrapiena.